Alcuni falsi miti sono stati esaminati e commentati in un Nutrition Fact Sheet dell’American Dietetic Association[1].

La parte che segue è tratta da questo documento.

MITO sulla sensibilità al lattosio

Le persone che sono sensibili al lattosio dovrebbero evitare il latte ed altri prodotti lattiero caseari

FATTI: gli studi dimostrano altro

– Un report dell’American Academy of Pediatrics rilasciato nel 2006 raccomanda che i bambini con intolleranza al lattosio includano i prodotti lattiero caseari come parte di una dieta salutare per ottenere quantità sufficienti di calcio, vitamina D, proteine ed altri nutrienti essenziali per la salute delle ossa e per la crescita complessiva.

– Quando si considerano alternative al latte, le linee guida del 2005 (Dietary Guidelines for Americans) raccomandano i prodotti all’interno del gruppo del latte e derivati, come il latte delattosato o lo yogurt, come i più affidabili e come il modo più facile per ottenere i benefici per la salute associati con il consumo di prodotti lattiero caseari.

– Molte persone con intolleranza al lattosio possono consumare fino a una tazza di latte nell’ambito di un pasto senza sviluppare sintomi.

Altri consigli per una migliore tolleranza includono: consumare il latte insieme a cibi solidi, introdurre i prodotti lattiero caseari lentamente, aumentare gradualmente il quantitativo a seconda della tolleranza, ricordare che lo yogurt con le sue colture attive aiuta a digerire il lattosio e che i formaggi stagionati come il cheddar o lo svizzero (o il grana padano, ndr) sono poveri di lattosio, ridurre il lattosio optando per il latte delattosato ed altri derivati del latte privi di lattosio.

MITO sul latte aromatizzato

Il latte aromatizzato non è adatto ai bambini per il suo contenuto di zucchero

FATTI: i vantaggi sono più degli svantaggi

– Il latte aromatizzato apporta gli stessi nutrienti del latte non aromatizzato. Il 70% delle ragazze e il 60% dei maschi (età 6- 11 anni)* non introduce il quantitativo raccomandato di calcio.

In accordo con le linee guida 2005, piccole quantità di zuccheri aggiunti a cibi densi di nutrienti, come i prodotti a base di latte a basso contenuto di grassi, possono aumentare la palatabilità di questi alimenti, migliorando l’apporto di nutrienti senza apportare un numero eccessivo di calorie.

– Il latte non aromatizzato contiene meno zuccheri rispetto al latte aromatizzato, tuttavia gli esperti concordano che è meglio per i bambini e gli adolescenti bere latte aromatizzato per assicurare gli apporti di proteine, calcio, vitamina D e altri nutrienti importanti per la crescita e lo sviluppo, piuttosto che evitare il latte. anche in Italia è elevata la percentuale di bambini e adolescenti che non introduce i quantitativi raccomandati di calcio.

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Nutrizionale del Grana Padano (un’indagine osservazionale permanente che rileva le abitudini alimentari della popolazione italiana per monitorare la quantità di nutrienti assunti con i vari cibi) i bambini dai 3 ai 6 anni assumono poco più di 400 mg di calcio al giorno anziché gli 800 mg raccomandati; dai 7 ai 10 anni l’assunzione di calcio rimane invariata nonostante il fabbisogno giornaliero salga a circa 1000 mg; e anche nella fascia che va dagli 11 ai 14 anni il calcio assunto rimane sempre ben al disotto rispetto ai livelli medi raccomandati di circa 1200 mg al giorno.

MITO sulla pastorizzazione del latte

Il latte “crudo” (non pastorizzato) è più salutare e più naturale del latte pastorizzato

FATTI: il latte pastorizzato è seriamente raccomandato

– Consumare latte non pastorizzato o crudo presenta severi rischi per la salute ed è per questo che l’industria lattiero casearia, la Food and Drug Administration ed i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie americani fortemente supportano la pastorizzazione. La pastorizzazione uccide i batteri responsabili di malattie quali la listeriosi, la salmonellosi, infezione da Campilobacter, la febbre tifoide, la tubercolosi, la difterite e la brucellosi come pure altri batteri.

– Da quando è stata introdotta, più di un secolo fa, la pastorizzazione è stata riconosciuta nel mondo come uno strumento essenziale per garantire la sicurezza del latte e dei prodotti lattiero caseari.

È il metodo semplice ed efficace per uccidere i batteri senza influire sul gusto o sul valore nutrizionale del latte.

MITO sull’aumento di peso causato da latticini

Il consumo di prodotti lattiero caseari può portare ad aumento di peso

FATTI: non esistono prove

– Nonostante la credenza popolare che i prodotti lattiero caseari possono “far ingrassare”, uno studio non ha dimostrato differenze nell’aumento di peso nelle adolescenti con dieta ad alto contenuto di calcio verso ragazze a dieta normale.

– Un aumentato consumo di prodotti lattiero caseari, come parte di una dieta a ridotto contenuto energetico, può aiutare a promuovere la perdita di peso. In uno studio della durata di 24 settimane condotto su adulti obesi, si è visto che coloro che avevano una dieta a ridotto contenuto calorico, con 3 o 4 porzioni di prodotti lattiero caseari, hanno perso una maggiore percentuale di grasso corporeo rispetto a coloro che prendevano supplementi di calcio e rispetto anche al gruppo a basso contenuto di prodotti lattiero caseari o a basso contenuto di calcio.

In sintesi, conclude l’autore di questo Nutrition Fact Sheet, la varietà di scelta ora disponibile – a basso contenuto di grassi, senza grassi, aromatizzati, da agricoltura biologica, senza lattosio – rende i prodotti lattiero caseari una utile fonte di nutrienti essenziali. Far scomparire i miti che circondano i prodotti lattiero caseari è un passoimportante nell’incoraggiare una sana alimentazione come definita dalle Linee guida.

1 Bhatia J. Debunking Dairy Food Myths; Nutrition Fact Sheet, American Dietetic Association, 2007. http://www.eatright.org/ada/files/Dairy_Myths.pdf

APPROFONDIMENTI

Intolleranza al lattosio? Sovrastimata!

Intolleranza al lattosio del burro e del latte… Qual è la verità? Secondo uno studio pubblicato da Nutrition Today* l’intolleranza al lattosio sarebbe molto meno diffusa di quanto stimato. Lo studio, condotto dai ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston, USA, e basato su dati autoriportati, è stato condotto su 1084 persone di 19-70 anni, appartenenti a tre gruppi etnici differenti. Si è visto che, contrariamente alla convinzione generale che l’ intolleranza al lattosio sia molto comune, in media solo il 12% della popolazione riporta di avere questo tipo di problema.

Nicklas TA, Qu H, Hughes SO et al. Prevalence of self-reported lactose intolerance in a multi-ethnic sample of adults. Nutrition Today 2009; 44(5):186-187

Per approfondimenti su questo argomento vedi il numero de L’Attendibile “Intolleranza? Un po’ di chiarezza”

Cerchi informazioni affidabili in Internet?

Clicca qui: http://sapermangiare.mobi/

E’ il primo sito interattivo – pensato e costruito dall’Inran, con la collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – che riguarda la sana e corretta alimentazione. Online dallo scorso 2 luglio, è uno strumento di comunicazione dinamico, gratuito ed accessibile a tutti, dal computer e dal cellulare.

Fra le sezioni più innovative, il personal trainer che affianca periodicamente l’utente via mail, per guidarlo ad una alimentazione e ad uno stile di vita più sani. Un sito che aiuta anche a chiarire i dubbi sull’alimentazione e a scoprire quante calorie e nutrienti ci sono negli alimenti, con la garanzia scientifica dell’INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli alimenti e la nutrizione.

Lo scorso 15 ottobre, sapermangiare. mobi ha vinto il premio speciale “Nuovi Media” alla V edizione del concorso “Marketing sociale e comunicazione per la salute”.

Effetti antitumorali dei fitosteroli

I fitosteroli, sostanze naturalmente presenti in piccole quantità negli alimenti vegetali, con struttura simile al colesterolo e dalle proprietà ipocolesterolemizzanti, sono oggetto di studio anche per il loro possibile ruolo nella prevenzione dei tumori. Fra gli articoli scientifici più recenti, si segnala una review pubblicata dall’European Journal of Clinical Nutrition i cui autori, dopo aver esaminato criticamente i risultati di recenti ricerche sui potenziali effetti protettivi e i meccanismi d’azione dei fitosteroli nei confronti di alcune forme tumorali, concludono “un numero crescente di evidenze supporta un ruolo dei fitosteroli nel proteggere dallo sviluppo di tumori”.

Woyengo TA, Ramprasath VR, Jones PJ. Anticancer effects of phytosterols. Eur J Clin Nutr. 2009 Jul;63(7):813-20.

Per approfondimenti sui fitosteroli vedi il numero de L’Attendibile “Fitosteroli: istruzioni per l’uso”

Autore: Carla Favaro

Comitato scientifico