La prima colazione è universalmente considerata come uno dei pasti fondamentali della giornata, se non il più importante. E non solamente, come comunemente si pensa, per il bambino ma anche per l’adulto.

L’importanza che le viene attribuita dagli organi di salute pubblica e dalle società scientifiche, che si traduce in varie iniziative di educazione alimentare e documenti di consenso [1], non coincide tuttavia con quella percepita dalla popolazione, che molto spesso la ritiene un pasto superfluo, una perdita di tempo, se non addirittura un’insidia in quanto ulteriore occasione di assunzione di calorie.

Nonostante i ritmi della vita moderna ci sottraggano sempre più tempo, la prima colazione non è un pasto inutile o pericoloso, anzi, per un adeguato equilibrio nutrizionale e addirittura per la prevenzione di alcune patologie croniche è invece necessario dedicare un po’ del proprio tempo nel prepararla oltre che nel consumarla. Un po’ di tempo serve, magari insieme a tutta la famiglia, perché non basta farla, è necessario farla per bene.

Chi abitualmente consuma la prima colazione adeguata infatti avrà maggiori probabilità di assumere nutrienti importanti per la salute, tra i quali fibra, carboidrati totali, minerali importanti come il calcio, vitamine ecc. mentre avrà un’assunzione inferiore di grassi e colesterolo [2-5].

Il miglioramento dello stato di nutrizione non è però, se pure estremamente importante, l’unico effetto di una prima colazione ben fatta: il miglioramento delle performance cognitive, della capacità di concentrazione, di memoria e di apprendimento sono altri effetti importanti, soprattutto nel bambino, ma apprezzabili anche nell’adulto [6, 7].

La colazione costituisce infatti il primo rifornimento della giornata dopo una notte di digiuno (6-8 ore per gli adulti, 8-10 per i bambini) e saltare la prima colazione, o farla in maniera inadeguata, significherà quindi affrontare le prime ore della mattinata in riserva, in carenza energetica.

Ovviamente, oltre alla soddisfazione del fabbisogno energetico anche la qualità della colazione ha un ruolo importante poiché pasti con indice e carico glicemico più basso hanno un effetto migliore sulle performance cognitive [8], sulla sazietà [9] e conseguentemente sull’appetito al pasto successivo [10].

Ecco che si profila un altro importante ruolo della prima colazione: è il pasto che condiziona il corretto alternarsi fame/sazietà dell’intera giornata. Ecco quindi che saltare la prima colazione, o farla male, significa anche arrivare all’ora della merenda o del pasto successivo con un appetito esagerato.

C’è quindi bisogno che un’adeguata quota di energia derivi da fonti ad assorbimento medio e rapido, come i carboidrati, il cui sapore dolce e gradevole aiuterà a superare quella tipica svogliatezza di molti bambini nei confronti di una colazione monotona, oltre che a coprire i fabbisogni. Un’energia ad assorbimento più lento sarà invece necessaria per regolare la sazietà fino al pasto successivo. Grassi e proteine collaborano sia nella gradevolezza del pasto che nel dare sazietà e prolungarla nel tempo. Non è un caso infatti che saltare la colazione o farla in modo inadeguato può condurre a sovrappeso, obesità [11, 12] e malattie metaboliche [13].

 

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Bibliografia

1. Marangoni, F., et al., A consensus document on the role of breakfast in the attainment and maintenance of health and wellness. Acta Biomed, 2009. 80(2): p. 166-71.

2. Deshmukh-Taskar, P.R., et al., The relationship of breakfast skipping and type of breakfast consumption with nutrient intake and weight status in children and adolescents: the National Health and Nutrition Examination Survey 1999-2006. J Am Diet Assoc, 2010. 110(6): p. 869-78.

3. Nicklas, T.A., et al., Breakfast consumption with and without vitamin-mineral supplement use favorably impacts daily nutrient intake of ninth-grade students. J Adolesc Health, 2000. 27(5): p. 314-21.

4. Peters, B.S., et al., The influence of breakfast and dairy products on dietary calcium and vitamin D intake in postpubertal adolescents and young adults. J Hum Nutr Diet, 2012. 25(1): p. 69-74.

5. Gibson, S., Micronutrient intakes, micronutrient status and lipid profiles among young people consuming different amounts of breakfast cereals: further analysis of data from the National Diet and Nutrition Survey of Young People aged 4 to 18 years. Public Health Nutr, 2003. 6(8): p. 815-20.

6. Pivik, R.T., et al., Eating breakfast enhances the efficiency of neural networks engaged during mental arithmetic in school-aged children. Physiol Behav, 2012. 106(4): p. 548-55.

7. Rampersaud, G.C., et al., Breakfast habits, nutritional status, body weight, and academic performance in children and adolescents. J Am Diet Assoc, 2005. 105(5): p. 743-60; quiz 761-2.

8. Cueto, S., Breakfast and performance. Public Health Nutr, 2001. 4(6A): p. 1429-31.

9. Nicklas, T.A., et al., Eating patterns and obesity in children. The Bogalusa Heart Study. Am J Prev Med, 2003. 25(1): p. 9-16.

10. Warren, J.M., C.J. Henry, and V. Simonite, Low glycemic index breakfasts and reduced food intake in preadolescent children. Pediatrics, 2003. 112(5): p. e414.

11. Affenito, S.G., et al., Breakfast consumption by African-American and white adolescent girls correlates positively with calcium and fiber intake and negatively with body mass index. J Am Diet Assoc, 2005. 105(6): p. 938-45.

12. Roblin, L., Childhood obesity: food, nutrient, and eating-habit trends and influences. Appl Physiol Nutr Metab, 2007. 32(4): p. 635-45.

13. Ruxton, C.H. and T.R. Kirk, Breakfast: a review of associations with measures of dietary intake, physiology and biochemistry. Br J Nutr, 1997. 78(2): p. 199-213.

14. Giovannini, M., et al., Breakfast: a good habit, not a repetitive custom. J Int Med Res, 2008. 36(4): p. 613-24.

15. Monteagudo, C., et al., Proposal for a Breakfast Quality Index (BQI) for children and adolescents. Public Health Nutr, 2013. 16(4): p. 639-44.

16. di Giuseppe, R., et al., Typical breakfast food consumption and risk factors for cardiovascular disease in a large sample of Italian adults. Nutr Metab Cardiovasc Dis, 2012. 22(4): p. 347-54.

17. Ballard, K.D., et al., Low-Fat Milk Ingestion Prevents Postprandial Hyperglycemia-Mediated Impairments in Vascular Endothelial Function in Obese Individuals with Metabolic Syndrome. J Nutr, 2013.

18. Gunnerud, U., et al., The glycemic, insulinemic and plasma amino acid responses to equi-carbohydrate milk meals, a pilot- study of bovine and human milk. Nutr J, 2012. 11: p. 83.

19. Affinita, A., et al., Breakfast: a multidisciplinary approach. Ital J Pediatr, 2013. 39: p. 44.

 

Autore: ANDREA GHISELLI

Comitato scientifico