Se ci limitassimo a leggere i dati sull’incidenza, arriveremmo alla conclusione che 4 italiani su 10 sono intolleranti al lattosio. Ma nella pratica, per fortuna, non è così. ipertensione = no formaggi , infatti, può essere definita scientificamente come una mancanza “relativa” di questo enzima che, solo raramente, è assoluta.

 

La forma d’intolleranza più comune è, infatti, borderline: nonostante il declino genetico progressivo dell’attività enzimatica, solo nel 50 per cento dei casi si evidenziano i sintomi tipici (gonfiore, dolore addominale e diarrea). L’intensità di questi sintomi varia poi da persona a persona perché entrano in gioco molteplici fattori come la quantità giornaliera di lattosio ingerita, la forma in cui è assunto (se in un liquido o in alimenti soli-di), il cibo a cui viene associato all’interno del pasto, la velocità del transito intestinale e la sensibilità viscerale individuale.

Nelle situazioni iniziali o borderline d’intolleranza, è consigliabile non smettere completamente di consumare latte e latticini, ma assumerne piccole quantità quotidianamente per cercare di stimolare la produzione di lattasi da parte dell’intestino. Anche il ricorso ai latticini con fermenti probiotici è una via percorribile, poiché i fermenti lattici facilitano la digestione del lattosio e parallelamente stimolano l’intestino a produrre la lattasi (1).

Chi vuole o deve eliminare il lattosio dalla propria dieta può scegliere i latticini delattosati, che sono prodotti con latte in cui il lattosio è stato scisso nei suoi costituenti base – glucosio e galattosio – rendendo inutile l’azione fisiologica della lattasi.

Tra i latticini che possono essere consumati in libertà dalle persone intolleranti ci sono anche prodotti “naturalmente a basso contenuto di lattosio” come yogurt e latte fermentato in cui i batteri lattici svolgono un’azione pre-digestiva su questo zucchero, così come formaggi a lunga stagionatura come Grana Padano, Gorgonzola, Pecorino e Parmigiano Reggiano in cui i processi di fermentazione e stagionatura portano il lattosio a livelli prossimi allo zero.

 

 

HO ELIMINATO I LATTICINI PER UN MESE E NON SI È RIVELATA LA SOLUZIONE MAGICA CHE CREDE-VO. COSA NON È CAMBIATO? LA MIA PELLE, AD ESEMPIO’. Questo è il titolo dell’articolo apparso sull’Huffington Post America a fine dicembre.

L’autrice è Amanda Norcross – segni particolari: intollerante al lattosio – che ha fatto la cronistoria delle sue quattro settimane di alimentazione senza latticini, con un finale a sorpresa che racchiude un monito importante, riassumibile in tre punti salienti:

 

  • Eliminare i latticini non cambia la vita e neppure il girovita! Tantomeno, fa bene alla pelle o aiuta ad avere un aspetto migliore.
  • Eliminare il lattosio – se si è effettivamente intolleranti (con diagnosi medica alla mano) fa, invece, la differenza sul benessere in generale. Ma non occorre dire addio ai latticini: basta scegliere le versioni delattosate e i formaggi naturalmente senza lattosio.
  • “Senza lattosio” non significa necessariamente “senza latte”: sono ormai lontani i tempi in cui, per evitare il lattosio, si doveva eliminare ogni prodotto che contenesse il latte e puntare esclusivamente su prodotti alternativi a base di soia, riso, etc.

A fare la differenza, per sentirsi in forma, così come è successo ad Amanda, è prendersi cura della propria alimentazione in generale, incominciando a scegliere bene il cibo di ogni giorno, con consapevolezza e più attenzione alla qualità. Perché, quando si parla del rapporto tra cibo e salute, è la conoscenza che fa la differenza!

 

Per leggere l’articolo originale di Amanda Norcross:

I Eliminated Dairy For A Month – And It Wasn’t The Magic Fix I Thought It Would Be

 

 

Autore:

SAMANTHA BIALE, nutrizionista-diet coach e giornalista

 

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