Non è certo una novità che il latte, quello fermentato in particolare, sia stato nel corso degli anni ripetutamente associato con la longevità.

A titolo di esempio basti ricordare come secondo il microbiologo Metchnikov, ricercatore dell’Istituto Pasteur di Parigi, la buona salute e la longevità osservate presso alcune popolazioni bulgare fossero da attribuire al Lactobacillus Bulgaricus presente nel latte fermentato che esse consumavano in grande quantità.

E prima ancora, la Bibbia ci porta a pensare che anche Abramo, vissuto fino a 175 anni, tenesse in grandissima considerazione il latte fermentato, avendolo offerto anche agli angeli venuti ad an-nunciare la sua paternità. Ancora, il latte viene citato in alcuni libri del secolo scorso come unico nutrimento, insieme ai datteri, di alcuni popoli arabi particolarmente longevi 1.

Ma cosa dice la ricerca scientifica a questo proposito? Vediamolo, almeno secondo alcuni studi che di recente si sono occupati di questo argomento.

In uno studio pubblicato dal Journal of American College of Nutrition (2), alcuni ricercatori delle Università di Cardiff, Reading e Bristol (Regno Unito) hanno attentamente valutato gli studi disponibili sul rapporto fra latte e derivati e incidenza di malattie vascolari, diabete e tumori che, essendo le principali cause di morte, rappresentano anche i maggiori limiti per la sopravvivenza.

I ricercatori hanno condotto una meta-analisi (tecnica statistica che consente di riassumere i risultati di più studi, allo scopo di trarre conclusioni più convincenti di quelle basate su ogni singola ricerca) selezionando, fra 324 studi pubblicati sull’associazione fra prodotti lattiero caseari e malattie cardiovascolari e diabete, quelli (22) che avevano i requisiti necessari per poter essere inclusi in questo tipo di valutazione.

Per quanto invece riguarda la relazione fra prodotti lattiero caseari e tumori, i ricercatori si sono basati sulla sintesi riportata in un recente rapporto del World Cancer Research Fund e American Institute for Cancer Research3.

Quali sono state le conclusioni?

Il consumo di latte e derivati sembra ridurre la mortalità per malattie vascolari e diabete di tipo 2.

In particolare, rispetto alle persone con un basso consumo di latte, quelle con un elevato consumo presentavano una riduzione del rischio di mortalità per ictus o cardiopatia rispettivamente del 16% e del 21%. Considerando questi risultati con quelli suggeriti dal rapporto del World Cancer Research Fund, secondo il quale un aumentato consumo di latte risulterebbe protettivo nei confronti dei tumori del colon, mentre potrebbe aumentare il rischio di tumore della prostata, i ricercatori concludono che soppesando rischi e benefici “c’è una evidenza complessiva abbastanza convincente che il consumo di latte e derivati sia associato con un aumento della sopravvivenza nelle comunità occidentalidella occidentali”.

Bibliografia

1 The Perfect Way in Diet. Anna Kingsford. Kegan Paul, Trench & Co., London, 1881.

2 Elwood PC, Givens DI, Beswick AD, Fehily AM, Pickering JE, Gallacher J The survival advantage of milk and dairy consumption: an overview of evidence from cohort studies of vascular diseases, diabetes and cancer. J Am Coll Nutr. 2008 Dec;27(6):723S-34S.

3 World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research “Food, Nutrition, Physical Activity and the Prevention of Cancer: a Global Perspective”Washington DC:AICR, pp 129-132 2007

Autore: Carla Favaro