Quando si parla di raccomandazioni nutrizionali, è importante considerare non solo il valore nutrizionale dei cibi ma anche l’appetibilità e, prima ancora, il costo.

È quanto ha fatto l’autore di un lavoro pubblicato dal Journal of American College of Nutrition, mettendo in relazione i dati relativi alle indagini sulla sorveglianza nutrizionale negli USA con il contenuto di nutrienti dei principali gruppi di alimenti, in modo da poter valutare il costo relativo di specifici nutrienti provenienti dai diversi gruppi.

Il costo è stato calcolato come la spesa (in dollari) necessaria per coprire il 10% del valore raccomandato per un determinato nutriente.

Ebbene, il latte ed i suoi derivati, a fronte di un apporto energetico pari a circa il 10-13% del totale giornaliero, fornivano il 47% del calcio, il 42% della vitamina A ed il 65% della vitamina D della dieta di bambini e adulti. A tale proposito va ricordato che negli USA è pratica molto comune la vitaminizzazione del latte con vitamina D.

Inoltre il latte e i suoi derivati sono risultati essere fra le principali fonti di vitamina B2, fosforo e vitamina B12. L’analisi dei costi ha mostrato che i prodotti lattiero caseari sono di gran lunga le fonti più economiche di calcio e fra le fonti meno costose di vitamina B2 e B12. Frutta e verdura sono invece risultate le fonti più economiche di vitamina C, mentre i legumi secchi lo erano per la fibra.

Fonte: Drewnowski A. The contribution of milk and milk products to micronutrient density and affordability of the U.S. diet. J Am Coll Nutr. 2011 Oct;30(5 Suppl 1):422S-8S.

Autore: Carla Favaro

Comitato scientifico