A cura del Dr. Francesco Saviano, Farmacista e Biologo Nutrizionista

L’associazione tra consumo di latticini e salute cardiovascolare è stata a lungo oggetto di dibattito. Tradizionalmente, i latticini sono stati studiati per il loro effettivo ruolo nelle malattie cardiovascolari (CVD) a causa del loro contenuto di grassi saturi e colesterolo. Tuttavia, studi recenti suggeriscono come questa relazione sia più complessa e dipenda dalla matrice alimentare, dal tipo di latticino consumato e dal contesto dietetico complessivo. [1]

EFFETTI DEI LATTICINI SUL PROFILO LIPIDICO

I latticini interi, pur contenendo grassi saturi, non sembrano avere un impatto negativo significativo sul profilo lipidico rispetto ad altre fonti di grassi saturi. Alcune ricerche indicano che il consumo regolare di latte, yogurt e formaggi può aumentare i livelli di colesterolo HDL (“buono”) senza influenzare in modo marcato il colesterolo LDL (“cattivo”) [2].

Inoltre, il contenuto di acidi grassi a catena media e lunga, tra cui l’acido stearico e l’acido trans-palmitoleico, potrebbe esercitare effetti neutri o persino benefici sui lipidi plasmatici [3].

LATTICINI FERMENTATI E RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Yogurt e formaggi fermentati sembrano avere un impatto positivo sulla salute cardiovascolare, probabilmente grazie alla presenza di probiotici e peptidi bioattivi con effetti antinfiammatori e ipotensivi [4]. Studi osservazionali suggeriscono che un consumo moderato di latticini fermentati sia associato a una riduzione del rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari [5]. Inoltre, il calcio e il potassio contenuti nei latticini contribuiscono come già menzionato alla regolazione della pressione arteriosa [6].

CONCLUSIONI

Le evidenze attuali indicano che il consumo di latticini, specialmente nelle forme fermentate, potrebbe avere effetti protettivi per la salute cardiovascolare se inserito in un’alimentazione equilibrata. È cruciale considerare il modello alimentare complessivo, piuttosto che demonizzare singoli alimenti sulla base del loro contenuto di grassi saturi. Ulteriori studi randomizzati e metanalisi saranno chiaramente in grado di far meglio comprendere il significato biochimico e fisio-patologico di tutti questi dati, aiutando così a definire raccomandazioni chiare e precise.

1. Astrup A, Bertram HC, Bonjour JP, et al. WHO draft guidelines on dietary saturated and trans fatty acids: time for a new approach? BMJ. 2019;366:l4137.
2. Drouin-Chartier JP, Côté JA, Labonté MÈ, et al. Comprehensive review of the impact of dairy foods and dairy fat on cardiometabolic risk. Adv Nutr. 2021;12(2):252–266.
3. Mozaffarian D, Cao H, King IB, et al. Trans-palmitoleic acid, metabolic risk factors, and new-onset diabetes in US adults: a cohort study. Ann Intern Med. 2010;153(12):790–799.
4. Pimentel TC, Gomes AM, Rodriguez AL, et al. The role of probiotics and prebiotics in the modulation of gut microbiota and their impact on gastrointestinal health. Food Res Int. 2021;140:109674.
5. De Goede J, Geleijnse JM, Ding EL, et al. Effect of cheese consumption on blood lipids: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Nutr Rev. 2015;73(5):259–275.
6. Pereira MA, Jacobs DR Jr, Van Horn L, et al. Dairy consumption, obesity, and the insulin resistance syndrome in young adults: the CARDIA Study. JAMA. 2002;287(16):2081–2089.