Alimentazione in gravidanza: se non sai cosa mangiare in maternità, questa è la guida scientifica che fa per te.

L’alimentazione in gravidanza sta assumendo un ruolo ancora più importante di quello attribuitole in passato. Infatti, secondo la cosiddetta ipotesi dell’origine fetale delle malattie croniche dell’età adulta, uno stimolo o un insulto che si verifichi in un periodo dello sviluppo particolarmente delicato potrebbe provocare un effetto negativo permanente sulla struttura e funzione di vari organi e apparati.

È stata riportata ad esempio l’esistenza di un legame fra basso peso alla nascita – che esprime uno stato di sofferenza in cui si è venuto a trovare il feto durante la vita intrauterina – ed il rischio di malattia coronarica, ipertensione, obesità, insulinoresistenza nella vita adulta (1).

I rischi legati alla nutrizione in gravidanza

La ricerca in questo campo, ancora agli albori, mira a definire se e quali interventi nutrizionali precoci (in gravidanza, durante l’allattamento, nei bambini nelle prime fasi di vita) possano avere un impatto a lungo termine sulla salute. Per ora la raccomandazione più importante è di attenersi ad una dieta sana, varia e bilanciata, unanimemente considerata come l’approccio nutrizionale migliore per affrontare la gravidanza.

Tutto questo, però, deve cominciare già da prima del concepimento, al quale è importante giungere in uno stato nutrizionale ottimale e con un peso salutare. Di fatto le donne obese al momento del concepimento (IMC ≥ 30), appaiono esposte ad un maggior rischio di complicanze durante la gravidanza e il parto, compresi una ridotta tolleranza al glucosio e diabete gestazionale, aborto, pre-eclampsia, tromboembolismo; mentre per i neonati aumenta fra gli altri il rischio di anomalie congenite, macrosomia e futura obesità (2).

D’altro canto, anche il sottopeso al momento del concepimento è stato associato con un aumento del rischio di parto pretermine, del rischio di partorire un figlio di basso peso alla nascita o piccolo per l’età gestazionale (3).

In sintesi, il primo obiettivo nutrizionale, anche per gli operatori sanitari, è far si che la donna giunga al concepimento con un peso salutare (IMC 18,5-25), seguito da un adeguato aumento di peso in gravidanza.

Ma cosa significa aumento di peso adeguato? Il tema è ancora ampiamente dibattuto e lo conferma il fatto che in un paese come il Regno Unito non esistono tuttora raccomandazioni ufficiali (2). Uno dei riferimenti ritenuti più autorevoli sono le linee guida statunitensi per l’aumento di peso in gravidanza dell’Institute of Medicine, recentemente revisionate (4) e utilizzate anche in Italia (5).

Come si può vedere nella tabella a fondo pagina, le raccomandazioni prevedono intervalli di aumento di peso in relazione all’IMC pregravidico. Tali intervalli sono quelli per i quali, sulla base delle evidenze disponibili, non sono stati dimostrati esiti avversi per la gravidanza (5). È chiaro che queste linee guida devono essere usate in associazione con una buona valutazione clinica e informazioni adeguate sull’alimentazione e l’esercizio fisico.

Infine un ultimo quesito che può sembrare banale ma non lo è affatto: conviene pesare la gestante ad ogni controllo?

Poiché la misurazione routinaria dell’IMC in gravidanza può generare uno stato ansioso nella donna, a fronte di benefici incerti o non ben definiti, la raccomandazione è di misurare il peso materno e l’altezza al primo appuntamento, insieme al calcolo dell’IMC, e di limitare le misurazioni ripetute a ogni appuntamento ai casi a rischio di esiti di salute avversa (5).

Consigli pratici sull’alimentazione corretta in gravidanza

In Italia, i riferimenti più autorevoli sono rappresentati dai LARN (6), dalle linee guida per una sana alimentazione (7) e dalle linee guida – gravidanza fisiologica (5).

Ecco un falso mito dell’alimentazione in gravidanza: Non è vero che occorre mangiare per due.

Se è vero che la dieta deve assicurare una nutrizione adeguata sia per la mamma che per il nascituro, è però anche vero che la richiesta energetica supplementare per la gestazione è relativamente contenuta: per esempio, nella donna che inizia la gravidanza in una condizione di normopeso, è stato calcolato un fabbisogno supplementare giornaliero energetico di 300 kcal (dopo il primo mese di gravidanza), che si riducono però a 150 kcal se, come spesso accade, la gravidanza si accompagna ad una diminuzione del livello di attività fisica (6). A titolo di esempio, 150 kcal sono all’incirca quelle fornite da 100 grammi di frutta fresca e una tazza (g 250) di latte (o yogurt) parzialmente scremati.

Cibi da mangiare in gravidanza

In gravidanza, l’alimentazione richiede qualche accorgimento in più rispetto a prima. Dal punto di vista qualitativo questo vale soprattutto per le proteine, il tipo di grassi e alcune vitamine e minerali. Le aumentate richieste proteiche (+ 6 grammi al giorno) possono essere soddisfatte ricorrendo al pesce, alle carni magre, alle uova, al latte, ai formaggi e ai latticini oltre che ai cereali e ai loro derivati che, se non troppo raffinati, contribuiscono anche a prevenire la stipsi, un disturbo frequente in gravidanza.

Tra i minerali, aumentano in particolare i fabbisogni di calcio e di ferro. Riguardo al calcio, alla gestante si raccomanda un apporto giornaliero di 1.200 mg (200-400 mg in più rispetto a prima della gravidanza), deve infatti essere soddisfatta la necessità, che si verifica soprattutto nel terzo trimestre, di trasferire al feto 200-250 mg di calcio al giorno: in caso di alimentazione inadeguata, saranno le ossa della mamma a privarsene. 1200 mg di calcio non sono pochi, ma possono esse e raggiunti consumando ogni giorno almeno 3-4 porzioni di latte e derivati e scegliendo un’acqua minerale ricca di calcio biodisponibile (8).

Riguardo al ferro, i livelli di assunzione raccomandati passano da 18 a 30 mg al giorno, vengono quindi quasi raddoppiati (per coprirli si ricorre spesso ad integratori specifici). Per le vitamine, particolare importanza assume l’acido folico, il cui valore protettivo nei confronti del rischio di difetti congeniti, in particolare quelli a carico del tubo neurale , è ampiamente documentato.

Per ridurre questo rischio, si raccomanda alle donne che programmano una gravidanza, o che non ne escludono attivamente la possibilità, di assumere regolarmente almeno 0,4 mg al giorno di acido folico (pari al doppio del livello raccomandato per l’adulto).

Per essere efficace l’assunzione deve iniziare almeno un mese prima del concepimento e continuare per tutto il primo trimestre di gravidanza (5). Aumentano anche i fabbisogni di altre vitamine come la B1, la B2, la B12.

Per quanto riguarda l’acqua, è opportuno che la normale razione giornaliera di 1 litro e mezzo/2 litri sia leggermente aumentata. Tra i grassi da condimento anche per la gestante il migliore in assoluto è l’olio extravergine di oliva.

In gravidanza come regola generale è consigliabile astenersi dalle bevande alcoliche.

In sintesi, l’alimentazione dovrà essere varia e dovrà includere: abbondanti quantità di frutta e verdura, farinacei come pane, pasta, riso, patate, proteine derivate da pesce, carne, legumi, una abbondanza di fibre derivate da pane integrale, frutta e verdura, prodotti caseari come latte, formaggi, yogurt (5).

Alimenti sconsigliati in gravidanza

Per un principio di precauzione, è opportuno ricordare che possono rappresentare un rischio per madre e feto: formaggi a pasta molle derivati da latte crudo e muffe, come alcuni Camembert, Brie e formaggi con venature blu, pâté, inclusi quelli di verdure, fegato e prodotti derivati, cibi pronti crudi o semicrudi, carne cruda o conservata, come prosciutto e salame, frutti di mare crudi, come cozze e ostriche, pesce che può contenere un’alta concentrazione di metilmercurio, come tonno (il consumo deve essere limitato a non più di due scatolette di media grandezza o una bistecca di tonno a settimana), pesce spada, squalo, latte crudo non pastorizzato.

Infine, in gravidanza il consumo di caffeina (presente nel caffè, nel te, nella cola e nel cioccolato) dovrebbe essere limitato a non più di 300 mg/die (5).

APPROFONDIMENTO

Latte e derivati in gravidanza … dicono di loro
La British Dietetic Association consiglia 3 porzioni di latte e derivati al giorno, dove una porzione è pari a 180 ml, 150 grammi di yogurt o 25 grammi di formaggio e con consiglio di scegliere prodotti a basso contenuto di grassi, eccezion fatta per le donne sottopeso.

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) consiglia alle donne in gravidanza di assumere 3 tazze di latte al giorno o quantità equivalenti di yogurt (una tazza di latte viene considerata equivalente a 225 grammi di yogurt o a circa 40 grammi di formaggio) con il consiglio di scegliere prodotti scremati o a basso contenuto di grassi.

Bibliografia

1. Calkins K, Devaskar SU. Fetal origins of adult disease.Curr Probl Pediatr Adolesc Health

Care. 2011 Jul;41(6):158-76.

2. H. Riley. Weight management before,during and after pregnancy-what are the “rules”? Nutrition Bullettin Volume 36, Issue 2, pages 212–215, June 2011

3. Christine Demont-Heinrich1; Michelle Hansen, Amanda McCulloch; Linda Archer. The Association of Prepregnancy Body Mass Index and Adverse Maternal and Perinatal Outcomes Health Watch Feb. 2009 n 69

4. Weight Gain During Pregnancy: Reexamining the Guidelines. Institute of Medicine of The National Academies. May 2009

5. Linee guida –gravidanza fisiologica- Ministero Salute,Istituto Superiore di Sanità, Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria- Novembre 2010

6. Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti SINU rev.1996

7. Linee guida per una sana alimentazione INRAN MIPAF rev. 2003

8. Del Toma E.Prevenzione e terapia dietetica . Una guida per medici e dietisti . Il Pensiero Scientifico Editore 2005

Autore: Carla Favaro

Comitato scientifico