Allergia al nichel: il consumo di latte e derivati rientra fra i consigli nutrizionali per il paziente con allergia a questo elemento.

Sono fra l’8 e il 19% gli adulti e fra l’8 e il 10% i bambini e gli adolescenti, in gran parte di sesso femminile, che in Europa soffrono di allergia al nichel, in un caso su quattro “alimentata” dalla qualità del cibo consumato. Un dato stimato in crescita dall’Istituto Superiore di Sanità. Dunque è fondamentale fornire al paziente gli strumenti per ridurre la sintomatologia da sindrome sistemica da allergia al nichel (SNAS), senza che la tavola perda di gusto e di piacere con un effetto domino, benefico, sui sintomi associati, spesso fastidiosi e imbarazzanti.

La corretta informazione è la prima regola: se da un lato è bene responsabilizzare il paziente sul fatto che non è possibile eliminare del tutto il nichel dalla propria quotidianità, incontrando questo metallo in moltissimi oggetti e contesti di uso comune, dall’altro va confortato sull’adozione di misure utili a contenere il rischio di manifestazioni allergiche, il potenziale sviluppo di patologie da sovraccarico di nichel (sovrappeso, obesità, difficoltà a ritornare normopeso) e controllare più efficacemente anche gli stati infiammatori associati a un eccessivo deposito di nichel nei tessuti, come dimostrerebbe una ricerca italiana pubblicata sulla rivista PLOSone.

Allergia al nichel: un piccolo vademecum di buoni consigli

  • Studiare una dieta che eviti o riduca alimenti in cui il nichel è contenuto in abbondanza a favore di altri in cui è assente o scarso, come latte, yogurt e latticini ad esempio, a fronte di altre sostanze nutritive quali carboidrati, proteine, grassi, calcio, fosforo, riboflavina (vitamina B2) e vitamina B12.
  • Invitare il paziente a tenersi il più possibile a distanza da oggetti di uso quotidiano come anelli, bracciali, orologi, orecchini metallici, cerniere lampo, cellulare, quale possibili fonti di dermatiti da contatto ed eczemi.
  • Durante la manipolazione, preparazione e conservazione dei cibi, ricorrere a contenitori in vetro o plastica piuttosto che metallici.
  • Maneggiare stoviglie e cucinare in pentole nichel tested o in pirex, comunque non di acciaio inox.
  • Leggere le etichette di tutti i prodotti, compresi quelli di cosmesi e igiene personale come dentifrici, tinture per capelli, trucchi e smalti per unghie dove il nichel può essere contenuto.
  • Suggerire la compilazione di un diario in cui annotare le manifestazioni dell’allergia: se “solo” di tipo cutaneo oppure gastrointestinali, con gonfiori addominali, difficoltà di digestione, diarrea o stipsi, meteorismo, nausea e vomito, fino a mal di testa, stanchezza generalizzata e diverse altre manifestazioni. Indicare il possibile sospetto verso un alimento particolare.
  • Tranquillizzare il paziente sul fatto che, con la correzione della dieta e l’attenzione verso l’uso di oggetti specifici, in un lasso di tempo di circa 60 giorni potrà osservare la scomparsa o la sensibile riduzione della sintomatologia, che però potrà riapparire in caso di nuovo in contatto con il metallo, come evidenziano anche i dati di uno studio presentato in occasione della Conferenza Scientifica Internazionale della World Allergy Organization.

Il latte contiene nichel? Scopri la dieta nichel free

Per il paziente allergico è raccomandabile studiare un regime alimentare a basso tenore di nichel, così da evitare la sovraesposizione al metallo. È possibile prevedere nella dieta, senza che il paziente incorra in sintomatologie specifiche:

  • Latte, yogurt e derivati
  • Pesci di acqua dolce, come la trota, e di mare tra cui spigole e cernia
  • Carni rosse o avicole (pollo, tacchino, oca, faraona)
  • Uova di gallina
  • Cereali come riso, mais raffinato, grano raffinato
  • Frutta e verdura fresche fra cui radicchio, indivia, songino (valeriana), finocchi, melanzane, zucchine, peperoni, cetrioli, barbabietole, verdure a foglia (usando solo le foglie giovani in cui il contenuto di metallo è inferiore), anguria, melone, agrumi, pesche, banane, fragole.

 

Allergia al nichel: i cibi da limitare

  • Semi oleosi tostati come nocciole, noci, mandorle e arachidi
  • Legumi fra cui fagioli, lenticchie, piselli e/o soia
  • Cibi in scatola, ma anche cotti e conservati in recipienti di metallo, ad eccezione dell’alluminio
  • Fra i prodotti ittici: ostriche, aringhe e molluschi
  • Fra i vegetali e/o prodotti ortofrutticoli: pomodori (specie se in forma di concentrato), asparagi, funghi, cipolle, porri, spinaci, patate soprattutto se bollite con la buccia, lattuga, carote, tutte le crucifere (cavoli, cavolfiore, broccoli e broccoletti di Bruxelles e affini), catalogna, zucca, carciofi, cicoria, rape, crescione, sedano, fagiolini. Fra la frutta: pere crude e cotte, prugne fresche e secche, uva e uva passa, fichi, albicocche, kiwi, ananas, mele, lamponi, avocado
  • Alimenti e prodotti di altro genere: cacao, cioccolato, liquirizia.

Qual è il lato buono di tutta questa faccenda? Abbiamo almeno due risposte da dare a questa possibile domanda del paziente allergico al nichel: innanzitutto la possibilità di adottare comportamenti nutrizionalmente idonei, tra cui consumare le corrette quantità di latte e derivati, buona fonte di diversi principi nutritivi, e poi quella di avvicinarsi a sapori nuovi in sostituzione di quelli “incriminati”. Così, oltre alla tavola, anche la qualità della vita prenderà più gusto.

 

Riferimenti:

  • Ahlström MG, Thyssen JP, Wennervaldt M et al. Nickel allergy and allergic contact dermatitis: A clinical review of immunology, epidemiology, exposure, and treatment. Contact Dermatitis, 81(4):224-241, 2019
  • ISS
  • Istituto Clinico Humanitas 
  • Allergenda.it