Latte e latticini, specie se arricchiti da probiotici, sono in grado di influenzare la composizione del microbiota con effetti benefici per la salute, quali miglioramento del sistema immunitario e riduzione della fragilità ossea.

Recenti studi di letteratura sembrano attestare che latte, latticini e prodotti lattiero-caseari in genere, tanto più se fermentati e/o arricchiti con probiotici, sono in grado di nutrire efficacemente il microbiota, contribuendo al rinforzo delle difese immunitarie contro l’attacco di agenti esterni, tossine, batteri, virus.

 

Latte e derivati favoriscono la diversità batterica

Ricercatori di istituzioni internazionali, finlandesi, americane, australiane hanno condotto una revisione sistematica con l’obiettivo di analizzare il possibile impatto dell’assunzione di latte, latticini e derivati sul microbiota intestinale nella popolazione adulta. Sono stati estrapolati 6.592 studi, poi ridotti a otto studi randomizzati controllati, comprensivi di un totale di 468 partecipanti. In particolare sette degli studi considerati valutavano l’effetto del tipo di latticini (latte, yogurt e kefir) e dei derivati del latte (siero di latte e caseina) sul microbiota intestinale, mentre uno studio analizzava il potenziale effetto esercitato dalla quantità di latticini consumata, elevata vs ridotta.

 

I risultati hanno condotto a una serie di evidenze interessanti, tra le quali:

  • La tipologia di latticini assunti, o latte o yogurt o kefir, è in grado di favorire, ovvero aumentare la presenza di batteri buoni a favore dell’ospite, nello specifico Lactobacillus e Bifidobacterium, come dimostrerebbero tre degli studi selezionati;
  • Lo yogurt sarebbe in grado di ridurre numericamente i Bacteroides fragilis, invece un ceppo patogeno, secondo i dati di uno studio.

Latte e derivati driver di batteri “buoni”

Il microbiota intestinale rappresenta un possibile organo target per un approccio nutrizionale con “batteri buoni” mirato alla prevenzione di obesità e sindrome metabolica come anche a favorire la crescita e la sopravvivenza dei batteri probiotici a livello intestinale.

 

Nello specifico, uno studio di laboratorio ha voluto caratterizzare i possibili effetti del latte pastorizzato e di latticini arricchiti con probiotici, di diversa origine, ovvero di mucca, capra e cammello, sulla composizione tassonomica del microbiota intestinale partendo dall’assunto che i prodotti lattiero-caseari fermentati potessero rappresentare un vettore efficace per la somministrazione di probiotici nell’intestino cui sono riconosciuti diversi benefici: il valore nutrizionale, la natura acida e la lunga durata di conservazione.

 

Allo scopo, le cavie sono state alimentate con dieta standard a basso contenuto di grassi ed elevate quantità di polisaccaridi vegetali, integrata con latte e latticini arricchiti con probiotici per 5 settimane. Si è poi provveduto a calcolare la quantità relativa di batteri tramite il sequenziamento del DNA da campioni fecali. È stato possibile osservare che topi alimentati con dieta integrata con latte di cammello presentavano cambiamenti caratteristici nel microbiota intestinale, tra cui un aumento di quantità relativa di Clostridiales e generi di Anaerostipes. I topi nutriti con dieta integrata con formaggio di mucca arricchito con probiotici mostravano un aumento della quantità relativa di ceppi Clostridiales, della famiglia delle Ruminococcaceae e della famiglia delle Lachnospiraceae.

 

Le evidenze suggerirebbero insomma che il latte di cammello e il formaggio di mucca probiotico possano favorire alterazioni nel microbiota intestinale del topo potenzialmente benefiche per la salute.

 

Prodotti lattiero-caseari benefici in soggetti fragili e anziani

Uno studio recente ha dimostrato che in soggetti anziani la fragilità ossea può variare in funzione e in correlazione alle alterazioni del microbiota intestinale e che quest’ultimo subisce le influenze anche del tipo di dieta assunta.

 

Lo studio NU-AGE ha considerato gli effetti della dieta Mediterranea sulle possibili alterazioni del microbiota intestinale e conseguente riduzione della fragilità in un arco temporale di 12 mesi in oltre 612 soggetti non fragili o pre-fragili di cinque paesi europei (Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Italia e Polonia). I risultati sembrano correlare l’aderenza alla MedDiet a diversi marker indici di minore fragilità e migliore funzionalità cognitiva e a meno marker infiammatori tra cui la proteina C-reattiva e l’interleuchina-17. L’analisi dei profili dei metaboliti microbici farebbe osservare, infatti, una correlazione fra cambiamento del microbiota, modulato dalla dieta, e aumento della produzione di acidi grassi a catena corta e riduzione di acidi biliari secondari, quali p-cresoli, etanolo e anidride carbonica.

 

Da cui la tesi che la correzione della dieta abituale, finalizzata a meglio modulare il microbiota intestinale, possa diminuire il rischio di fragilità, ovvero promuovere un invecchiamento più sano.

 

Riferimenti:

Aslam H, Marx W, Rocks T et al. The effects of dairy and dairy derivatives on the gut microbiota: a systematic literature review. Gut Microbes, 2020 Nov 9;12(1):1799533. doi: 10.1080/19490976.2020.1799533.

Aljutaily T, Huarte E, Martinez-Monteagudo S et al. Probiotic-enriched milk and dairy products increase gut microbiota diversity: a comparative study. Nutr Res, 2020 Oct;82:25-33. doi: 10.1016/j.nutres.2020.06.017. Epub 2020 Jul 6.

Ghosh TS, Rampelli S, Jeffery IB et al. Mediterranean diet intervention alters the gut microbiome in older people reducing frailty and improving health status: the NU-AGE 1-year dietary intervention across five European countries Gut, 2020 Jul;69(7):1218-1228. doi: 10.1136/gutjnl-2019-319654. Epub 2020 Feb 17.