Per rafforzare le difese, l’alimentazione è un punto cardine: l’organismo ha bisogno di nutrienti chiave per mantenere pronto ed effciente il sistema immunitario. Latte e formaggi fanno parte della strategia per rendere la vita impossibile ai nemici della vitalità.
Sbalzi di temperatura e stress ci rendono tutti più vulnerabili nei confronti di virus e batteri che, nei mesi freddi, riescono spesso ad avere la meglio. All’alimentazione è affidato il ruolo chiave perché è grazie al contributo di specifici nutrienti che il sistema immunitario riesce a intervenire con tempestività ed efficacia. Tra le sostanze che incidono sensibilmente sulla reattività immunitaria ci sono le vitamine antiossidanti A, C ed E, le vitamine del gruppo B, la vitamina D, ferro e zinco. Ma è anche la composizione del microbioma, strettamente legata alle abitudini alimentari, a fare la differenza poiché l’apparato gastrointestinale rappresenta la maggiore superficie di contatto tra il sistema immunitario e gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno. Tra le altre funzioni, la flora batterica intestinale “guida” le cellule immunitarie a discriminare i potenziali batteri patogeni da quelli simbionti. Particolarmente importanti sono gli “acidi grassi a catena corta” tra cui l’acido butirrico, importante fonte energetica per le cellule intestinali nonché efficace stimolatore della produzione di linfociti T regolatori, come dimostrato da un nuovo studio del Riken Center for Integrative Medical Sciences.
L’azione immunomodulante dei formaggi stagionati
Proprio gli acidi grassi a catena corta, prodotti soprattutto durante la fermentazione delle fibre, svolgono un ruolo riequilibrante sul microbiota, con effetti antinfiammatori. L’acido butirrico, ovvero la fonte di energia preferita dei batteri del colon, è particolarmente presente nei formaggi stagionati: con 1-2 cucchiaini di Parmigiano si assumono circa 7 mg di butirrato, la stessa quantità presente in 100 ml di latte materno.
I formaggi stagionati, peraltro, forniscono anche quantità rilevanti di zinco (cofattore di molti enzimi e indispensabile per la replicazione del DNA e la sintesi proteica) essenziale in particolare per le cellule che devono proliferare rapidamente, come quelle del sistema immunitario. Ai formaggi stagionati come Grana, Parmigiano e Pecorino spetta un posto di prim’ordine nella dieta per “non ammalarsi”, in quanto considerati eccellenti fonti proteiche oltre che un concentrato speciale di vitamine e minerali: in soli 50 grammi ci sono ben 17 grammi di proteine e quantità ideali di calcio, ferro, vitamina A e vitamine del gruppo B. Tra gli aminoacidi che compongono le proteine, il più importante per tenere lontani i mali di stagione è la cistina, ritenuta la forma molecolare preferita dalle cellule del sistema immunitario (inclusi i macrofagi) particolarmente abbondante nel siero di latte.
La potenzialità dei formaggi probiotici
Per quanto riguarda il ruolo dell’alimentazione su microbioma e difese organiche, i cibi più promettenti sembrano essere i latticini probiotici su cui si stanno concentrando molte ricerche a livello mondiale. Oltre agli effetti sul miglioramento della microflora intestinale, possono vantare anche un ruolo positivo sulla barriera immunologica dell’intestino. Lo stracchino e la crescenza nella versione probiotica sono un esempio perfetto di come, anche un formaggio, può assumere le caratteristiche benefiche tipiche di yogurt e latti fermentati. Oltre ai classici fermenti lattici, questi latticini freschi contengono anche ceppi probiotici come Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei e il Bifidobacterium che favoriscono un miglior equilibrio della flora intestinale. Nello specifico, è stato dimostrato che la stimolazione sul sistema immunitario è più efficace quando Lactobacillus e bifidus sono consumati insieme.
LATTICINI TRADIZIONALI E PROBIOTICI: L’UNIONE FA LA FORZA
Altamente digeribili e sazianti, tutti i latticini fermentati sono alleati preziosi per il ripristino di una buona flora batterica. Sia lo yogurt che gli altri latti fermentati svolgono un’azione disintossicante, antinfiammatoria e protettiva che nessun altro cibo può vantare. Il consumo regolare di questi cibi consente un costante ‘ricambio’ dell’ecosistema intestinale perché migliora la microflora e limita le conseguenze dei processi fermentativi.
È stato dimostrato scientificamente che il Lactobacillus bulgaricus con cui è fatto lo yogurt, produce ben tre sostanze con attività nei confronti di diverse specie batteriche.
Per la preparazione di latte fermentato, il Lactobacillus acidophilus è attualmente il più usato per il suo effetto ‘terapeutico’ e riequilibrante: grazie a due sostanze chiamate acidofillina e lactocidina svolge, infatti, un ruolo antagonista verso specie microbiche dannose per l’organismo e contribuisce all’equilibrio dell’ecosistema intestinale.
Autore:
SAMANTHA BIALE, nutrizionista-diet coach e giornalista
Il rapporto ideale tra batteri buoni e batteri indesiderati nell’intestino è indicativamente di 85:15. I batteri ‘buoni’ contrastano la proliferazione ...
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