Il consumo di latte in gravidanza può influenzare l’armonico sviluppo del feto e la buona crescita del lattante nei primi mesi di vita.

Il consumo di latte e prodotti lattiero-caseari in gravidanza può influenzare l’armonico sviluppo del feto, con effetti positivi sull’aumento ponderale, sulla lunghezza alla nascita, sulla lunghezza del femore e sulla circonferenza del cranio. Di particolare rilevanza, fra i diversi parametri, sono soprattutto il basso peso fetale e una circonferenza cranica inferiore alla norma, associati a rischi maggiori per malattie cardiovascolari in età adulta e/o di un impoverimento della qualità della vita dopo i 50 anni se il dato attiene alla scatola cranica.

Inoltre, il proseguimento di una alimentazione ricca di prodotti caseari da parte della madre durante l’allattamento, favorisce la buona crescita del lattante nei primi mesi di vita, grazie ai principi nutritivi assunti attraverso la suzione del latte materno.

Gli effetti benefici di una alimentazione che preveda in gravidanza e allattamento un adeguato apporto di latte e derivati emerge da una revisione di 17 pubblicazioni condotta da ricercatori spagnoli.

Latte e derivati sono fonte di una vasta gamma di macro e micro nutrienti, in prevalenza proteine, calcio, fosforo, potassio, iodina, vitamina B12 e riboflavina che, sinergicamente, sono in grado di promuovere la corretta crescita fetale e il giusto peso alla nascita, supportando anche un adeguato sviluppo nei primi mesi di vita. Lo studio spagnolo evidenzia in particolare che:

  • Il rischio di basso peso alla nascita, peso inferiore all’età gestazionale, ritardo della crescita intrauterina sono sensibilmente inferiori in relazione all’introduzione di latte nella dieta materna;
  • L’aumento del peso fetale durante la gestazione, secondo tre studi tra quelli considerati, è direttamente proporzionale al corretto consumo materno di latte e prodotti caseari nel corso della gravidanza;
  • Il consumo di latte e derivati impatta sulla crescita armonica del feto anche durante l’allattamento al seno. In generale si è osservato che un elevato introito da parte della madre di lipidi derivanti da prodotti lattiero-caseari interi si associa a un aumento di lipidi e a un alterato profilo degli acidi grassi del latte prodotto, che tuttavia non si associano a significative alterazioni nell’espressione genica nelle cellule mammarie epiteliali.

Perchè il latte in gravidanza è importante?

I dati preliminari emersi dallo studio sarebbero sufficienti a promuovere il consumo di latte in gravidanza e allattamento. Senza contare l’apporto nutrizionale, offerto dai prodotti lattiero-caseari, di almeno di tre sostanze fondamentali per la crescita del feto e del lattante. Ovvero:

  • Il calcio. È un elemento essenziale per strutturare lo scheletro del feto che nel corso del suo sviluppo immagazzina 30 g di calcio. Processo che richiede un apporto quotidiano, attraverso la dieta materna, di 1200 mg di calcio utili a prevenire/evitare la demineralizzazione ossea. La dieta della gestante, finalizzata alla corretta strutturazione e al benessere osseo del feto, dovrebbe prevedere almeno 3-4 porzioni giornaliere di prodotti lattiero-caseari. Ulteriore valore aggiunto: latte e derivati, grazie al lattosio naturalmente contenuto, favoriscono un assorbimento protetto, detto anche assorbimento passivo, assorbimento prolungato e deposizione ossea aumentata di calcio. In buona sostanza, più calcio è sinonimo di più salute per le ossa dei nascituri.
  • La Vitamina D. Il fabbisogno durante la gravidanza raddoppia dovendo far fronte alle maggiori necessità di mineralizzazione ossea del feto. In sinergia con le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che raccomandano la corretta esposizione al sole di viso e braccia, preziosa fonte per immagazzinare vitamina D, anche la dieta può dare il suo apporto con l’introduzione di alimenti che naturalmente la contengono. Fra questi pesci grassi (come lo sgombro e il salmone) e i latticini che, dunque, non dovrebbero mancare nella dieta della dolce attesa.
  • L’acido folico. L’apporto va aumentato del 50% in gravidanza con un intake integrativo già in pre-concepimento per tutelare il nascituro da possibili malformazioni del tubo neuronale e/o della colonna vertebrale. I prodotti lattiero caseari, e in particolare i formaggi stagionati, sono un’ottima fonte di acido folico insieme a verdure in foglia (come insalata e spinaci), agrumi e uova.

Una porzione di latte parzialmente scremato da 250 g (o la stessa quantità di yogurt) è in grado di favorire l’apporto di:

  • 90 g di proteine, pari al 150% della quantità giornaliera extra prevista per la gestante;
  • 300 mg di calcio, pari al 150% (o 75%) della quantità giornaliera extra prevista per la gestante;
  • 50 mcg di Vitamina A, pari al 140% della quantità giornaliera extra prevista per la gestante;
  • 0,42 mg di riboflavina (vit B2), pari al 140% della quantità giornaliera extra prevista per la gestante;
  • 111 kcal, pari al 74% delle calorie giornaliere extra prevista per la gestante (dopo il primo mese), in caso di riduzione di attività fisica.

 

Riferimenti:

Achón M, Úbeda A, García-González A et al. Effects of milk and dairy product consumption on pregnancy and lactation outcomes: a systematic review. Adv Nutr 2019, 10:S74-S87.

Goldstein RF, Abell SK, Ranasinha S et al. Association of gestational weight gain with maternal and infant outcomes: a systematic review and metanalysis. JAMA 2017, 317(21):2207-25.